I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un mutamento del regime alimentare. Oltre a questo anche da una smisurata preoccupazione per il peso e la fisionomia del corpo.
Nella stragrande maggioranza i soggetti colpiti da questi disturbi sono di sesso femminile nell’età adolescenziale, ma non solo.
Perché la percentuale femminile è maggiore di quella maschile?
Sopratutto sono fattori Socio-culturali, infatti il ruolo della donna è molto cambiato nell’ultimo secolo. Il corpo femminile è diventato “oggetto” di interesse. Così i mass- media non solo inculcano un modello di donna perfetto, ma giudicano negativamente corpi che in realtà sono normali e sinonimo di salute. Viene portata la ragazzina a pensare che per avere successo nella vita deve avere quei canoni di bellezza a cui purtroppo oggi si fa riferimento. Questa disparita fra uomo e donna può essere dovuta anche da altri fattori, come genetici, ormonali e neurobiologici.
Le caratteristiche tipiche di chi soffre di questi disturbi sono il digiuno, la forte diminuzione di cibo, il vomito, le crisi bulimiche, l’uso di lassativi o diuretici ed un’ intensa attività fisica. La persona colpita può utilizzare per raggiungere i propri obiettivi uno solo o anche più di uno dei “metodi” elencati precedentemente.
C’è da dire però che anche se qualcuno può ricorrere a determinati comportamenti, non necessariamente soffre di un disturbo dell’alimentazione. Questo perché esistono dei criteri ben precisi per diagnosticare tali disturbi e capire quale comportamento è patologico e quale non lo è.
I principali DCA sono: anoressia nervosa, disturbi della nutrizione, bulimia nervosa
I disturbi da alimentazione incontrollata e da alimentazione sotto soglia, appartengono per l’appunto a quelle categorie di pazienti che non soddisfano i criteri per una diagnosi definitiva. Anche se il loro disturbo alimentare può essere significativo.
Come cambia la vita di chi soffre di disturbi alimentari?
Chi soffre di patologie legate all’ alimentazione inevitabilmente sconvolge anche la propria vita a livello sociale e lavorativo. Questo accade perché per queste persone l’unica cosa importante è il cibo e la forte paura di ingrassare. Così come la paura di avere un “attacco di fame” e che questo possa compromettere il proprio peso.
E’ impensabile quindi una cena fuori con gli amici, una festa di compleanno o qualsiasi altro tipo di evento che possa portare la persona ad una tavola. Questi pensieri però sono presenti sempre, anche a scuola o a lavoro, compromettendo proprio rendimento perché i pensieri vanno sempre in quella direzione, portando chi ne soffre a non vivere più serenamente ed a concentrarsi su altro.
Nell’ anoressia inizialmente è complesso rendersi conto di avere un problema, purtroppo. Questo perché quando si inizia a perdere peso le persone ci fanno complimenti e questo atteggiamento fa crescere in noi l’idea di stare facendo la cosa giusta e di essere sulla giusta strada. Automaticamente ci sentiamo e vediamo “meglio”, più magri e sicuri di noi stessi.
Si arriva poi ad una perdita evidente ed eccessiva di peso e quello che prima agli occhi delle persone vicine poteva sembrare una buona cosa, in questa fase desta molta preoccupazione, tanto da non saper proprio come affrontare l’argomento. Quando un genitore ad esempio si rende conto e cerca di intervenire, parlando del problema, il figlio o la figlia danno risposte secche: ” Io sto benissimo, non ho nessun problema, non ti preoccupare.”
La stessa cosa avviene con chi ha disturbi legati alla bulimia. Inizialmente non c’è la lucidità per capire che effettivamente c’è un problema e va risolto. In alcuni casi, quando invece il paziente se ne rende conto, è troppo difficile chiedere aiuto, perché nascono sentimenti come la vergogna ed i sensi di colpa e la paura di ammettere che qualcosa non va e che non siamo stati troppo bravi per evitarlo.
Non è così semplice ammetterlo ed è per questo che alla fine solo una piccola percentuale di persone chiedono aiuto ed un trattamento specifico.
Quali caratteristiche sono presenti in questi disturbi?
Fra le altre caratteristiche presenti in chi ha queste problematiche c’ è l’alterazione dell’immagine corporea, che provoca un vero e proprio disturbo. Avere una percezione diversa di quella che poi è la realtà impedisce di giudicare il proprio corpo in modo obiettivo, e se una persona con disturbi legati all’anoressia si è inculcata in testa l’idea di avere fianchi larghi e cosce grosse, per esempio, l’immagine che lei vedrà riflessa nello specchio, sarà sempre quella.
Più difficile ancora è per chi soffre di bulimia, in quanto il fatto di non riuscire a controllare la quantità di cibo, fa percepire il peso corporeo (generalmente normale) come eccessivo.
Come curare disturbi alimentari
Come ho anticipato precedentemente, per la maggior parte delle persone con questa problematica, è molto difficile ammettere di avere un problema e quindi curarlo.
Chi soffre di anoressia, bulimia ed altri disturbi non si rende conto che questi atteggiamenti possono portare a dei problemi, ma piuttosto credono di poterli risolvere. Così, le diete estreme, il mangiare senza controllo, il vomitare, l’uso dei lassativi e la continua ricerca della magrezza, tengono la loro mente così occupata da portare all’illusione di allontanare gli altri problemi.
Per questo non chiedono aiuto e lo rifiutano quando qualcuno lo chiede per loro.
Il percorso terapeutico
Chi inizia un percorso terapeutico non sempre ha maturato una decisione interiore di voler cambiare la propria vita, ma lo fa perché “obbligato”. Questi soggetti sono molto difficile da aiutare perché istintivamente mettono un muro fra loro stessi e chi sceglie di aiutarli, famiglia, amici e/o professionisti.
C’è da dire però che in ogni caso, si può iniziare dal dialogo per poter almeno tenere sotto controllo la situazione e con un percorso psicologico portare la persona a desiderare questo cambiamento e la guarigione, solo a questo punto, raggiunto questo obiettivo è possibile lavorare nella maniera corretta.
Riconoscere di avere un problema, credere di poter cambiare, provarci e soprattutto avere la forza di chiedere aiuto, sono i primi passi verso la guarigione.
Prima di intraprendere un qualsiasi percorso con i vari professionisti del settore, fra i quali rientra anche la mia figura di Biologo Nutrizionista, è importante effettuare una corretta diagnosi per poter così agire nella maniera più giusta. La valutazione diagnostica indaga la storia del peso, i regimi alimentari, e gli atteggiamenti guardo al cibo ed al corpo.
Una volta compreso il disturbo vero e proprio e la sua entità, viene deciso come comportarsi.
Come agire?
Inizia così una grande collaborazione fra professionisti richiedendo soprattutto il coinvolgimento della famiglia perché possa rappresentare un punto di riferimento nel gestire la situazione. Il paziente dovrà sentirsi capito, accolto, compreso, ma al tempo stesso dovrà sentire di avere a che fare con persone che effettivamente possono cambiare la sua vita.
Per quanto riguarda il mio lavoro (per chi ancora non mi conoscesse sono un Biologo Nutrizionista in provincia di Pistoia), quello su cui lavorerò sarà aiutare la persona interessata ad aumentare il peso corporeo (in caso di anoressia), pianificare un’alimentazione adeguata, affrontare i sintomi (come digiuno, vomito, abuso di lassativi, diete drastiche), correggere i pensieri e gli atteggiamenti nei confronti del cibo e della bilancia, prevenire le varie ricadute.
Cambiare in qualche modo la vita delle persone o comunque contribuire a renderla migliore è ciò che amo di più del mio lavoro. Vedere il cambiamento, il benessere psico-fisico e la consapevolezza aumentare, mi fa sentire soddisfatto.
Se pensi di avere uno qualsiasi di questi disturbi o se pensi che qualcuno vicino a te li abbia, sarò davvero felice di poterti aiutare.
Spero che questo articolo sia stato di tuo interesse.
Alla prossima.
Dott. Leonardo Decaria
Ps. A proposito, cosa ne pensi di questo: Multe e carcere per chi incoraggia i disturbi alimentari.